Le Pietre di Ica
Le
Pietre
di Ica sono
una collezione di pietre di Andesite
recanti
una serie di incisioni superficiali, fra cui rappresentazioni di
dinosauri e tecnologia
avanzata.
Sono state suppostamente scoperte in una grotta, dall’ubicazione
sconosciuta, vicino alla città di Ica,
in Peru',
e rese note dal medico peruviano Javier Cabrera Darquea.
Nonostante
sia stato riferito che una piccola quantità di pietre simili sia
stata portata in Spagna nel sedicesimo secolo, le pietre che mostrano
anacronismi sono considerate una bufala moderna,
creata da agricoltori peruviani.
La scoperta
La scoperta
Il
medico Javier Cabrera
sostenne
nel 1966 di aver ricevuto in regalo una pietra da un contadino
locale. Sulla pietra era incisa la figura di un pesce
che
secondo Cabrera era di un pesce appartenente ad una specie estinta
da
tempi immemorabili. Sempre secondo Cabrera, altre 205 pietre
descrivono una parte della metamorfosi di questo pesce.
Disse
di averne successivamente acquistate diverse dallo stesso contadino,
Basilio Uchuya, che affermò di averne raccolte molte altre dalla
riva di un fiume dopo un'alluvione. La provenienza reale delle pietre
è rimasta sconosciuta, e nessuno (tranne forse Cabrera) conosce il
luogo da dove sarebbero state raccolte.
La raccolta di Cabrera
Cabrera
raccolse moltissime di queste pietre, e ne parlò alla comunità come
di una scoperta.
Le
loro incisioni furono giudicate fuori dal comune: alcune riprendevano
uomini che combattevano con
dinosauri
,
uomini con telescopi e che eseguivano operazioni con attrezzature
chirurgiche.
Su altre erano incise mappe di continenti
sconosciuti.
Diverse pietre furono inviate in germania
per
verificare la loro datazione, punto cruciale perché Cabrera
affermava che le pietre sembravano più vecchie dei più antichi
esemplari di homo
sapiens
conosciuti.
Cabrera
dichiarò che Basilio Uschuya, un agricoltore locale, portò le
pietre alla sua attenzione dopo averle trovate in una grotta. Uschuya
fu in seguito arrestato con l’accusa di vendere reperti
archeologici appartenenti al governo peruviano, e ammise di averle
fabbricate lui stesso, dichiarando che “creare queste pietre è più
facile che lavorare la terra”.
Nel
1973 Uschuya confermò di aver contraffatto le pietre in
un’intervista con Erich Von Daniken ,
copiando le immagini da fumetti, libri di testo e rivisteel 1977, nel
documentario della BBC
“Pathway
to the Gods”, Uschuya creò una Pietra di Ica “autentica” con
un trapano da dentista e dichiarò di aver prodotto la patina
cuocendo le pietre
in sterco di vacca. Le Pietre di Ica catturarono l’interesse
popolare quando Cabrera abbandonò la sua carriera medica ed aprì,
nel 1996, un museo dove sono esposte migliaia di pietre.
Nel 1998 l’investigatore spagnolo Vincente Paris dichiarò, dopo quattro anni di investigazioni usando microfotografie, che le pietre sono una bufala, rilevando tracce di pittura moderna e carta vetrata nelle incisioni.
Inoltre,
la maggioranza delle pietre sono state suppostamente ritrovate in
letti di fiumi o altri luoghi esterni, e se davvero si trattasse di
pietre eccezionalmente antiche la permanenza all’esterno avrebbe
dovuto eroderle sostanzialmente.
L'opinione del CICAP
I
ricercatori del CICAP
argomentano
che il numero di pietre prodotte sarebbe compatibile con quelle
lavorate nel corso di questi ultimi decenni dai numerosi campesinos
che hanno ammesso di averne fabbricate, ponendole poi in un gallinaio
per dar loro una patina di antichità. Inoltre, sempre secondo il
CICAP, la qualità e lo stile delle incisioni cambiano col tempo dei
ritrovamenti. Ovvero, i dinosauri del 1966
sono
intagliati più approssimativamente di quelli recenti, e lo stesso
vale per il metodo di incisione, che migliora col tempo dei
ritrovamenti. Entrambi questi fatti sarebbero incompatibili col
ritrovamento casuale di pezzi appartenenti a un unico periodo
storico.
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