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mercoledì 26 ottobre 2011

OETZI LA MUMMIA DEL SIMILAUN


Oetzi la Mummia del Similaun
La mummia del Similaun (nota anche come Uomo venuto dal ghiaccio o, generalmente, Ötzi, Oetzi e spesso Iceman, o anche Frozen Fritz, in inglese) è un reperto antropologico scoperto il 19 settembre 1991 sulle Alpi Venoste, ai piedi del monte omonimo (ghiacciaio del Similaun, 3.210 m s.l.m.) al confine fra l'Italia (la Val Senales in Provincia autonoma di Bolzano) e l'Austria (la Ötztal nel Tirolo).
Si tratta del corpo di un essere umano di sesso maschile, risalente ad un'epoca compresa tra il 3300 e il 3200 a.C. (età del rame), conservatosi grazie alle particolari condizioni climatiche all'interno del ghiacciaio (in Siberia sono stati ritrovati mammuth conservatisi in condizioni analoghe).
Da studi effettuati, è nata l'ipotesi che l'uomo potesse essere originario della zona di Bressanone. In seguito ad analisi sul DNA mitocondriale del corpo mummificato, è risultato che il ceppo genetico dell'uomo di Similaun risulta non più presente a livello mondiale.
Il corpo di Ötzi, inizialmente conteso tra Italia e Austria, è attualmente conservato al Museo Archeologico dell'Alto Adige di Bolzano. Nella valle del rinvenimento è invece situato l'Archeoparc-Museum Val Senales, un museo interattivo che illustra le numerose scoperte ottenute grazie al ritrovamento e ricostruisce l'ambiente di vita di Ötzi.
Dal 2007 è attivo all'Eurac di Bolzano l'Institute for Mummies and the Iceman (Istituto per le Mummie e l'Iceman) che promuove la ricerca internazionale specializzata esclusivamente in studi sulle mummie.
Secondo un recente studio dell'Istituto per le mummie e l'Iceman di Bolzano, un'analisi al microscopio effettuata dal microbiologo Frank Maixner ha stabilito che prima di morire aveva mangiato carne di stambecco.
Ritrovamento
La mummia fu ritrovata dai coniugi tedeschi Erika e Helmut Simon di Norimberga durante un'escursione, compiuta tra il 19 settembre ed il 22 settembre 1991 presso il confine italo-austriaco, sullo Hauslabjoch. L'attribuzione del nome Uomo del Similaun o anche Uomo del Hauslabjoch, deriva dal toponimo registrato più vicino al luogo di ritrovamento, appunto il Similaun.
Inizialmente si pensò che si potesse trattare di un alpinista scomparso in età recente, tanto che venne attivata la gendarmeria austriaca. Durante il recupero, avviato senza particolari accorgimenti conservativi, furono danneggiate parti del corpo (tessuti esterni, femore sinistro seriamente danneggiato, genitali).
Il corpo fu inizialmente portato in Austria (Innsbruck) dove fu esaminato da esperti ed attribuito ad un antico abitante di queste zone, soprannominato in seguito da un giornalista Ötzi - o, con altra grafia, Oetzi - dal luogo del ritrovamento (Ötztal/Valle Ötz, nel Tirolo del nord). In seguito alla determinazione che il luogo di ritrovamento si trovava in territorio italiano, in base ad un accordo con la Provincia autonoma di Bolzano ed il governo austriaco la mummia è stata trasferita in Italia. Attualmente, la mummia del Similaun è conservata a Bolzano, al Museo Archeologico dell'Alto Adige, in un'apposita struttura che la mantiene nelle ottimali condizioni di conservazione pur permettendone l'osservazione. Il corpo viene conservato in una stanza con circa il 99,6% di umidità e -6°C. Ogni due mesi un medico specializzato spruzza sulla mummia dell'acqua distillata, che congelandosi forma una patina protettiva e restituisce lo 0,4/0,5% di umidità mancante. La mummia è visibile solamente tramite una finestra di circa 30 x 40 cm. Solo nell'estate del 2010 si è definitivamente concluso il processo per il ritrovamento della mummia. Infatti solo dopo una causa durata quasi 20 anni, il presidente Luis Durnwalder ha simbolicamente consegnato ai coniugi Simon una cifra di 175 mila euro tramite il legale Georg Rudolph.
Datazione, causa della morte e corredo
La datazione al radiocarbonio gli attribuisce un'età compresa tra il 3300 e il 3200 a.C., che lo pone nell'Età del Rame, momento di transizione tra il Neolitico e l'Età del Bronzo.
Assieme al corpo furono ritrovati anche resti degli indumenti e oggetti personali di grande interesse archeologico, come un arco in legno di tasso, una faretra con due frecce pronte ed altre in lavorazione, un coltello di selce, un "correttore" per lavorare la selce, un'ascia in rame, una perla in marmo, esche ed acciarino ed uno zaino per contenere questi oggetti.
Proprio l'ascia in rame costituisce un punto di collegamento con la cultura di Remedello nel Bresciano, nelle tombe della quale sono state ritrovate asce della stessa fattura.
Come spesso capita per tutti i ritrovamenti archeologici di una certa eccezionalità, anche attorno ad Ötzi sono state formulate una grande quantità di teorie, spesso prive di vero fondamento scientifico, su chi fosse, come fosse morto, cosa facesse nel luogo del ritrovamento.
Recenti analisi hanno evidenziato la presenza di una punta di freccia in selce all'interno della spalla sinistra (penetrata a fondo in direzione del cuore) ed alcune ferite ed abrasioni (tra cui un taglio in particolare sul palmo della mano destra) che portano ad ipotizzare una morte violenta piuttosto che per cause naturali, come era stato ipotizzato in un primo momento. La postura innaturale del corpo parrebbe risalire ad un tentativo di estrarre una freccia dal ventre; ulteriori elementi fanno pensare ad un gruppo - di cui faceva parte - scampato ad un agguato, con probabilmente un compagno che avrebbe trasportato il corpo a spalla fino al luogo della morte.
Ötzi il pastore
Il 21 agosto 2008 è stato reso noto che Hollemeyer ed altri suoi colleghi dell'Università del Saarland hanno condotto un'analisi su alcuni pezzi dei vestiti e delle scarpe della mummia utilizzando uno spettrometro di massa, che permette di determinare la composizione chimica dei campioni, che a parere dei ricercatori può dare risultati più affidabili del test del DNA nell'analisi di pelli lavorate. I ricercatori hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche su Rapid Communications in Mass Spectrometry ed hanno osservato che i peptidi delle proteine presenti nei peli antichi sono del tutto simili a quelli di varie specie di animali allevati ancora oggi, fatto che induce a pensare che Ötzi sia stato un pastore che a volte portava la mandria al pascolo durante gli spostamenti stagionali.
Secondo altri studiosi il fatto che la mummia sia stata castrata in vita, unito alla presenza di sperma nella cavità anale, suggerisce la figura di uno sciamano o di un religioso. La castrazione stessa, tuttavia, è materia di polemica: è stata avanzata l'ipotesi che questa sia il risultato delle cattive tecniche di recupero.
Secondo lo studio del DNA contenuto nei suoi mitocondri, Ötzi appartiene a un sottogruppo che, in base alle conoscenze attuali, non ha lasciato eredi. I mitocondri, contenuti in ogni cellula ed ereditati dalla madre, contengono, assieme al nucleo, materiale genetico.
L'antropologo Franco Rollo ritiene che probabilmente Ötzi possa rappresentare il capolinea di un gruppo di esseri umani vissuti in passato e che si sono estinti, tra le varie ragioni, per esiguità. L'archeologo e storico Paul Gleirscher invece ritiene che Ötzi non possa essere considerato un pastore, bensì un appartente a una classe "nobiliare", visto il suo ricco corredo.
Tatuaggi
Ötzi è considerato il primo essere umano tatuato di cui si abbia conoscenza: ha sul suo corpo ben 57 tatuaggi (e per questa ragione, è diventato molto famoso tra i tatuatori di tutto il mondo).
La tecnica utilizzata nel calcolitico appare diversa da quella moderna: non venivano usati aghi, ma erano invece praticate delle piccole incisioni della pelle, poi ricoperte con carbone vegetale per ottenere l'immagine.
I tatuaggi dell'uomo del Similaun consistono in semplici punti, linee e crocette: si trovano in corrispondenza della parte bassa della colonna vertebrale, dietro il ginocchio sinistro e sulla caviglia destra. Siccome esami radiologici hanno individuato forme di artrite proprio in quei punti, si presume che tali immagini avessero una funzione di tipo curativo o religioso, al fine di alleviare i dolori.
Altri studiosi hanno proposto che i tatuaggi fossero i punti per la pratica dell'agopuntura.
I punti di pressione dell'agopuntura moderna (che è rimasta invariata per millenni in Cina e in Asia in generale), si discostano di poco da quelli dei tatuaggi dell'Uomo dei Ghiacci, perciò è stato ipotizzato che i tatuaggi siano punti di pressione per questa tecnica; in questa ipotesi il valore dei tatuaggi sarebbe puramente di reminiscenza e mnemonico per Iceman e non avrebbero alcun valore "spirituale" o magico.
Superstizione
Come già era successo per il ritrovamento della mummia di Tutankhamon, alcuni hanno voluto vedere una maledizione legata anche ai ritrovamenti del Similaun, e lo spunto per quest'idea viene da una sequenza di disgrazie che ha colpito chi ci ha lavorato.
L'alpinista tedesco Helmut Simon (Norimberga, 11 dicembre 1937Bad Hofgastein, 18 ottobre 2004) che ha scoperto la mummia, è morto a causa della caduta accidentale in una scarpata durante un'escursione sulle Alpi Salisburghesi; lo hanno seguito nel destino fatale Rainer Hölzl, operatore della ORF rete televisiva austriaca, Kurt Fritz, alpinista che aiutò a trasferire la mummia a Bolzano e Günther Henn, medico legale, che aveva studiato per primo il ritrovamento. Ed ancora Konrad Spindler, l'archeologo tedesco che per primo studiò Ötzi e che ne descrisse la storia in un famoso libro, morto il 17 aprile 2005 per una forma aggressiva di sclerosi. Chiude la lista il 4 novembre 2005 Tom Loy, l'archeologo molecolare ed anatomo-patologo statunitense che per primo ne studiò il DNA, morto nella sua casa di Brisbane (Australia) in circostanze non del tutto chiarite, forse per un incidente domestico.
Popolarità mediatica
La notizia di questo ritrovamento ha avuto un forte esposizione da parte dei mezzi di comunicazione di tutto il mondo, ed ha acceso la curiosità e l'interesse delle persone ed ha richiamato anche l'attenzione di personaggi del mondo dello spettacolo.
Il noto divo Brad Pitt si è fatto tatuare sull'avambraccio i contorni della mummia di Ötzi; quando questa notizia si è diffusa sono raddoppiati gli accessi al sito Internet del museo dove è esposta la mummia.
Gerhard Friedle, in arte DJ Ötzi, musicista austriaco originario di Sankt Johann in Tirol, nel distretto di Kitzbühel, ha preso il soprannome dato alla mummia del Similaun come suo nome d'arte.
In occasione del ventesimo anniversario della scoperta, a fine febbraio 2011 viene presentata al pubblico un'accurata ricostruzione dell'Uomo di Similaun.

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