CLICCARE SULLE IMMAGINI PER INGRANDIRLE

lunedì 24 agosto 2009

RIFT VALLEY LA CULLA DELLA VITA

LA RIFT VALLEY


La Rift Valley o anche Great Rift Valley (dall'inglese rift valley, "fossa tettonica") o anche Grande Fossa Tettonica nei testi in italiano, è una vasta formazione geografica e geologica che si estende per circa 6400 km in direzione nord-sud della circonferenza terrestre, dal nord della Siria (sud-ovest dell'Asia) al centro del Mozambico (est dell'Africa). La valle varia in larghezza dai 30 ai 100 km e in profondità da qualche centinaio a parecchie migliaia di metri. Si è creata dalla separazione delle placche tettoniche africana e araba, che iniziò 35 milioni di anni fa, e dalla separazione dell'Africa dell'est dal resto dell'Africa, processo iniziato da 15 milioni di anni. Il nome alla valle fu dato dall'esploratore John Walter Gregory. Qui sono stato ritrovati i resti fossili di un antichissimo ominide primitivo, un australopithecus afarensis a cui fu dato il nome di Lucy.

LUCY
Paleoantropologia
La Rift Valley è stata una ricca sorgente di scoperte
paleoantropologiche. Gli abbondanti sedimenti della valle, provenienti dalla rapida erosione degli altopiani circostanti, hanno creato un ambiente favorevole alla preservazione dei resti umani. Sono infatti state trovate numerose ossa di ominidi., antenati della moderna specie umana, tra cui anche quelle della cosiddetta "Lucy", uno scheletro quasi completo di australopiteco afarensis,che fu scoperta dall'antropologo Donald Johanson. La famosa coppia di antropologi Louis e Mary Leakey ha operato principalmente in queste zone.
Recentemente sono stati ritrovati i resti di due antenati ominidi: una scimmia antropomorfa risalente a 10 milioni di anni fa e chiamata Chororapithecus abyssinicus, trovata nel triangolo di Afar, nell'Etiopia orientale, e il Nakalipithecus nakayamai, risalente anch'esso a 10 milioni di anni fa.
CHORORAPITHECUS
ABYSSINICUS

NAKALAPITHECUS
NAKAYAMAI
La Gola di Olduvai
Importante
sito archeologico africano, è un burrone lungo circa 40 km, con pareti ripide, situato nella pianura di Serengeti, nel nord della Tanzania, e collegato alla Grande Rift Valley che si estende lungo l'Africa orientale. La dizione locale originale del nome, Oldupai, significa sisal in lingua masai; l'area, semi desertica, è infatti cosparsa di piante di sisal e acacia arbustiva.
SISAL

ACACIA
GOLA DI OLDUVAI
I Ritrovamenti
Olduvai è uno dei più importanti
siti archeologici africani; i ritrovamenti effettuati in questa zona hanno svolto un ruolo importante nella nostra comprensione dello sviluppo e delle origini della specie umana.
Gli scavi furono iniziati negli
anni cinquanta da Louis Leakey, e continuano tutt'oggi sotto la supervisione della famiglia Leakey. Nel 1959, la moglie di Louis - Mary - rinvenne il cosiddetto Australopithecus boisei o Zinjanthropus, il cui ritrovamento è commemorato in situ da una lapide.
AUSTRALOPITHECUS BOISEI
Nel 1972, a circa 40 km dalla gola, vennero scoperte sempre dalla Leakey le famose "orme di Laetoli": impronte fossilizzate di ominidi risalenti a circa 3 milioni e mezzo di anni fa.
IMPRONTE DI LATEOLI
Milioni d'anni fa, il sito ospitava un grande lago con spiagge composte da cenere vulcanica. Circa 500.000 anni fa, l'attività sismica ha aperto una spaccatura nei sedimenti, rivelando molti strati sedimentari nella parete del burrone.
La
stratigrafia del burrone è estremamente profonda; gli strati di cenere e pietra consentono la datazione radiometrica (specialmente basata su potassio e argo) degli artefatti che vi si trovano. Fra i primi artefatti trovati a Olduvai vi sono piccoli utensili di pietra e "chopper" (asce), datate circa a due milioni di anni fa, ma sono stati ritrovati anche fossili di antenati della specie umana risalenti a circa due milioni e mezzo di anni fa.
Il più antico deposito archeologico della zona, noto come "Bed I", contiene tracce di accampamenti e utensili per produrre scintille; le ossa ritrovate non appartengono a esseri umani moderni ma a
ominidi delle specie Australopithecus boisei e Homo habilis.
HOMO ABILIS
Nella zona del "Bed II", situata più in alto nella stratigrafia del burrone, gli utensili di pietra sono sostituiti da strumenti più sofisticati costruiti da una popolazione di Homo erectus. Questo strato è datato circa a un milione e mezzo di anni fa.
HOMO ERECTUS
Gli strati "Bed III" e "Bed IV" mostrano strumenti e ossa fossili che fanno pensare agli uomini di Neanderthal e che risalgono fino a circa 600.000 anni fa.
Negli strati ancora superiori sono stati trovati artefatti dell'
uomo moderno: tali strati sono stati battezzati "Masek Bed" (da 600.000 a 400.000 anni fa), "Ndutu Bed" (da 400.000 a 32.000 anni fa), e "Naisiusiu Bed" (da 22.000 a 15.000 anni fa).
Industria litica del Paleolitico inferiore nella Gola di Olduvai
Da circa 2,5 milioni di anni fa a circa 120.000 anni fa, corrisponde al
Pleistocene inferiore e medio e alle glaciazioni di Günz, Mindel e Riss con i periodi interglaciali intermedi. in questo periodo si diffondono l'Homo habilis e l'Homo erectus.
HOMO NEANDERTHALENSIS
L'olduvaiano è una definizione antropologica che indica un complesso industriale di produzione di strumenti di pietra risalente al Paleolitico inferiore.
Le più antiche industrie litiche africane sono indicate col termine Olduvaiano, derivato dal giacimento di Olduvai Gorge in
Tanzania, nel quale è possibile riconoscere un processo evolutivo da uno stadio antico ad uno stadio evoluto. Nella fabbricazione degli strumenti furono utilizzate rocce locali. Benché i materiali litici utilizzati in un sito fossero quelli più facilmente accessibili, si riscontra una scelta intenzionale del materiale, correlata con le categorie di strumenti che si volevano ottenere.
L'associazione tipologica dell'Olduvaiano comprende due categorie principali: strumenti ricavati da ciottoli o da blocchi di materiale grezzo, e schegge utilizzate senza una successiva elaborazione oppure ritoccate. I primi sono manufatti che presentano un margine tagliente ricavato mediante una sequenza di stacchi adiacenti unidirezionali (choppers) o bidirezionali (chopping tools). Se la forma del manufatto non è simmetrica, e gli stacchi occupano il lato più lungo, si parla di chopper laterale, se gli stacchi occupano il lato corto, di chopper distale. Vengono definiti scalpelli i choppers distali con tagliente molto corto, choppers doppi quelli con due taglienti opposti. Alla stessa categoria appartengono i poliedri, ricavati da blocchi mediante stacchi multidirezionali.
Gli stacchi con i quali sono stati elaborati ciottoli e blocchi di materiale grezzo, hanno prodotto delle schegge. Le schegge sono state spesso utilizzate senza un’ulteriore elaborazione; altre schegge sono state modificate mediante il ritocco. Gli insiemi litici olduvaiani mostrano una sensibile variabilità da sito a sito nelle frequenze percentuali delle categorie di strumenti, non correlata con la posizione cronologica.

CHOPPER(OLDUVAIANO)

Acheuleano (750.000-120.000 anni fa circa, cioè dal periodo glaciale di Mindel all'interglaciazione Riss-Würm), che deriva Saint-Acheul (presso Amiens, Francia), indica una cultura del Paleolitico inferiore, caratterizzato da manufatti litici a forma di mandorla e lavorati su due lati in modo simmetrico ("bifacciali" o "amigdale"), associati a diversi strumenti ricavati da schegge (raschiatoi e punte).
La tecnica acheuleana, in
Europa, è usata per indicare il sistema di individuazione degli stadi più tardi (cioè post-abbevilliano) della tradizione dell’ascia a mano del Paleolitico inferiore. Il termine Abbevilliano deriva da una città francese, Abbeville ed è stato introdotto da H. Breuil nel 1932 in sostituzione di Chelleano per indicare una facies del Paleolitico inferiore, che ormai sostituisce il termine più generale di Acheuleano inferiore.
La distinzione convenzionale tra Abbevilliano e Acheuleano è indicata da una innovazione tecnica nella lavorazione degli
utensili in pietra, l’uso cioè di un arnese con funzione scheggiante in materiale tenero (legno, osso, corno) al posto della pietra usata come martello.

ACHEULEANO(AMIGDALA)
GEOGRAFIA DELLA RIFT VALLEY
La parte settentrionale della Rift Valley (R.V.) forma la valle del fiume Giordano, che scorre verso sud attraverso il lago Hula e il mar di Galilea, in Israele, fino al Mar Morto. A sud del Mar Morto, la R.V. è occupata dal wadi Araba e ancora più a sud dal golfo di Aqaba e dal Mar Rosso.
Nella parte più meridionale del mar Rosso la R.V. si dirama in due direzioni diverse, verso est e verso sud. La zona della diramazione è chiamata il
triangolo di Afar o depressione della Dancalia, si trova in Etiopia ed è probabilmente un punto geologico in cui tre placche tettoniche si dividono e tendono ad allontanarsi tra loro. La diramazione verso est forma il golfo di Aden, e da questo punto in poi la R.V. continua come parte della dorsale oceanica. La diramazione verso sud è spesso indicata come Great Rift Valley, e divide gli altopiani etiopici in due parti.
Nell'Africa orientale la faglia si divide in due, la faglia orientale e la faglia occidentale.
La faglia occidentale, chiamata anche faglia albertina, è delimitata da alcune delle montagne più alte dell'Africa, inclusi i
Monti Virunga, i Monti Mitumba e Ruwenzori e contiene i grandi laghi africani, che includono laghi tra i più profondi del mondo, come il lago Tanganica, profondo fino a 1.470 metri. Anche il lago Vittoria è considerato parte del sistema della R.V., anche se in realtà è posizionato tra le faglie orientale e occidentale.
I laghi della faglia orientale, non avendo uno sbocco sul mare, tendono ad essere meno profondi e ad avere un'alta concentrazione di sali minerali dovuta alle piogge, che portano i sali minerali dai vicini vulcani, e alla forte evaporazione dell'acqua. Il
lago Magadi, ad esempio, ha la sua superficie completamente coperta di soda cristallizzata, e i laghi Elmenteita, Baringo, Bogoria e Nakuru sono fortemente alcalini, mentre il lago Naivasha ha una grande varietà biologica grazie alle sorgenti di acqua dolce che lo alimentano.
L'attività geotermica e l'allargamento della faglia ha causato un assottigliamento della
litosfera fino a uno spessore di soli 20 km, quando per i continenti lo spessore tipico è di 100 km. Tra qualche milione di anni, la litosfera potrebbe spaccarsi e l'Africa orientale potrebbe dividersi dal resto del continente.
L'attività vulcanica e la inusuale concentrazione di
punti caldi ha prodotto le montagne vulcaniche del Kilimangiaro, monte Kenya, Karisimbi, Niragongo, Monte Meru, Monte Elgon e il vulcano Ol Doinyo Lengai, che è l'unico vulcano natrocarbonitico [cioè con presenza di carbonati (Na, K, Ca)] del mondo.

FINE

Nessun commento: