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domenica 10 ottobre 2010

PAPA' SAPIENS E MAMMA NEANDERTHAL ?

NEL NOSTRO DNA CI SONO TRACCE DEL NEANDERTHAL ?



Nel nostro Dna la prova dell’incrocio tra Neanderthal e Sapiens
DNA













Per più di 200.000 anni ha saputo dominare un’Europa stretta dalla morsa del freddo glaciale. Le sue tracce sono state rinvenute lungo tutta la penisola italiana, nel Portogallo, in Francia, in Germania e in Polonia e poi ancora più ad Oriente, in Ucraina, Iraq ed Uzbekistan.
NEANDERTHAL E SAPIENS

Secondo gli studiosi, l’Uomo di Neanderthal, così chiamato da Johann Fuhlrott, che nel 1856 ne scoprì per primo i resti all’interno di una grotta di Feldhofer, nella valle di Neander in Germania, era molto evoluto: il suo cervello aveva dimensioni simili al nostro; la sua conformazione fisica (le ampie cavità nasali potevano accogliere un maggior numero di capillari e muco per riscaldare e umidificare l’aria ed evitare danni ai tessuti interni) e la sua capacità di lavorare le pelli degli animali uccisi per realizzare vestiti caldi, gli avevano permesso di adattarsi al clima del tempo, reso estremamente rigido dalla glaciazione; il cibo non gli mancava di certo perché era un grande cacciatore ed era aiutato, in questa sua abilità, dalla sua struttura muscolo-scheletrica robusta e potente e dalla capacità di lavorare la pietra per costruire armi affilate e taglienti.
NEANDERTHAL - SAPIENS

Eppure, 30.000 anni fa, è scomparso improvvisamente, senza apparentemente lasciare alcuna eredità all’uomo moderno. Cosa ne ha determinato l’estinzione? Le teorie più accreditate affermano che l’Homo Neanderthalensis non sia sopravvissuto all’incontro con un altro essere molto evoluto, l’Homo Sapiens. Il Sapiens ha raggiunto l’Europa e l’Asia partendo dall’Africa ed in questi territori ha incontrato l’uomo di Neanderthal. Le due razze hanno convissuto per più di 20.000 anni, ma non si è ben capito se il loro incontro abbia condotto ad uno scontro di civiltà, sfociato nello sterminio dell’uomo neandertaliano, o se piuttosto le differenze culturali tra le due razze abbiano inciso nella competizione per le medesime risorse, determinando la sopravvivenza del Sapiens e la scomparsa del Neanderthal.

SCHEMA EVOLUTIVO
Un’altra questione, per lungo tempo rimasta irrisolta, verteva sulla possibilità di ibridazione delle due specie: era possibile la fusione tra le due specie? L’eventuale prole sarebbe stata fertile o sterile? Contrariamente a quanto si pensava, il “Progetto Genoma Neanderthal” del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, che ha preso il via nel 2006 sotto la guida di Svante Paabo, ha dimostrato che l’ibridazione tra le due specie è avvenuta e che ancora oggi le persone di origine europea ed asiatica ne conservano le tracce all’interno del proprio DNA.

NEANDERTHAL - SAPIENS
Per essere più precisi, l’uomo moderno condivide con l’uomo di Neanderthal fra l’uno ed il quattro per cento del suo patrimonio genetico. Il risultato è stato ottenuto confrontando la sequenza genetica dei Neanderthal, ottenuta tramite l’analisi di polveri di ossa prelevate dai resti di alcuni esemplari rinvenuti in Croazia, con il DNA di cinque individui, un cinese, un francese, un abitante della Papua Nuova Guinea, uno dell’Africa Occidentale ed un altro dell’Africa Meridionale. Lo studio, pubblicato su “Science” , rivela anche altre informazioni sulla nostra specie: il confronto tra i due genomi ha infatti permesso di identificare delle porzioni di codice che sembrano appartenere esclusivamente agli esseri umani. Si tratterebbe di geni che hanno fornito vantaggi in termini evolutivi e riguardano, in particolare, le funzioni cognitive, il metabolismo energetico e lo sviluppo del cranio.
Claudio Nucci


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