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venerdì 4 febbraio 2011

VENERI PALEOLITICHE

VENERI PALEOLITICHE

Le famosissime veneri di epoca paleolitica sono
figure femminili dalle forme molto particolari.

Hanno teste e piedi affusolati, ma sviluppati risultano
essere il seno, i glutei e il ventre. Lo sviluppo di queste tre parti indica il riferimento alla sessualità ed in particolar
modo alla procreazione, alla riproduzione della specie.
I materiali con cui erano realizzate queste statuette erano
vari; si va dalla argilla alla pietra, all’avorio.

inizialmente gli archeologi non credevano fosse possibile, in questo periodo, l’uso di veri e propri forni per far cuocere l’argilla, rendendola ceramica.
Si ritiene che queste veneri simboleggiassero la fertilità, fossero una sorta di amuleti.
Erano infatti probabilmente usate per augurare la fertilità della donna.
Da sempre (gli studi moderni hanno dato conferma) l’uomo inconsciamente ricerca una donna che gli possa assicurare la continuità della sua famiglia. Ovviamente la scelta ricade su chi gli da maggiore sicurezza, anche fisicamente.

Con la stessa mentalità ragionava l’uomo del paleolitico: forme tonde e abbondanti nella donna volevano dire maggiore probabilità di sopravvivenza e quindi possibilità di dare continuità al proprio gruppo familiare.


Molte di queste sono stare ritrovate in Europa, dalle coste atlantiche fino alla Siberia e in Italia, nel modenese.
Sono tutte diverse e testimoniano i gusti e gli stili delle differenti popolazioni, e vanno dai 2-3 cm. ai 14,4 della Venere di Lespugue, rinvenuta in Francia, nella Grotta des Rideaux.
Nonostante la diversità di forme, si accomunano per le piccole dimensioni e l'accentuazione delle caratteristiche femminili .


Ma le scoperte più recenti hanno portato al rinvenimento di questi reperti anche all'interno di luoghi sacri, con funzioni di tempio o santuario. Per cui si pensa fossero legate al culto della dea-madre. In Dordogna (regione della Francia) sono state ritrovate diverse statuette di veneri nello stesso sito preistorico, un antico abitato paleolitico. Tra di esse figura la famosa Venere di Laussel, del 23.000 a. C. ca., ora conservata a Bordeaux, al Museo d'Aquitania, realizzata a bassolilievo su un frammento roccioso.
Secondo altri studiosi, le veneri preistoriche possono essere collegate al culto degli antenati, nel quale la fecondità poteva essere considerato un valore primario nella sacralità della famiglia e della tribù. Quest'ultima ipotesi deriva dai ritrovamenti di alcune statuette all'interno di capanne, e vicino ai focolari, come se fossero idoli posti a protezione della vita e dell'ambiente domestici.

FINE

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