NELLO IL GUERRIERO
DI NETTUNO
Lo chiamano
"Nello", come il carabiniere che l'ha scoperto il 16 maggio scorso
nell'area del poligono militare di Torre Astura, presso Nettuno, a pochi metri
dal mare.
Alto quasi un metro e settanta centimetri, potrebbe essere stato ucciso da una freccia fatale scagliata contro il suo costato, come quella ritrovata accanto al suo corpo.
E' il guerriero preistorico datato al III
millennio a. C. con uno scheletro in perfetto stato di conservazione, rinvenuto
in una tomba a fossa insieme al suo corredo funebre formato da due pugnali con
lama in selce di undici e quattordici centimetri, una punta di freccia di selce
e sei vasi in ceramica tutti integri.
A presentare l'eccezionale scoperta,
oggi presso il comando Carabinieri Tutela patrimonio culturale, il comandante
Raffaele Mancino, la sopraintendente archeologica del Lazio Marina Sapelli
Ragni e il responsabile archeologico dell'area Francesco Di Mario.
Anche il
Lazio ha il suo "Uomo di Similaun", per citare la famosa mummia dell'uomo
del ghiaccio, che al momento appare quasi contemporanea di "Nello".
La
scoperta ha dell'incredibile. Lo scheletro è stato trovato in una macchia
mediterranea incontaminata ma anche in balia delle mareggiate e delle erosioni
marine, durante una delle sistematiche attività di controllo delle aree
archeologiche.
"Stavolta stavamo controllando la zona costiera del Lazio -
racconta Raffaele Mancino - l'equipaggio in elicottero dall'alto e la pattuglia
a piedi. L'occhio esperto ha individuato una fenditura nel terreno che ci ha
insospettito: forse uno scavo clandestino, invece era l'erosione dell'alta
marea che aveva scoperto la fossa della tomba.
Siamo stati tempestivi; un
ritardo e le maree dell'estate avrebbero distrutto tutto".
Al momento del rinvenimento,
lo scheletro e i reperti erano completamente immersi nell'acqua marina. Il
recupero e stato quasi una corsa contro l'alta marea.
Di
Mario sottolinea: "L'area era soggetta a mareggiate. Molte ossa sono state
spostate in modo innaturale proprio dalle onde del mare. Tant'è che lo
scheletro, seppur completo, manca dei piedi, perché erano verso il mare e la
mareggiata l'ha trascinati via".
E aggiunge: "Le tombe di quel
periodo sono a botticella, ma questa è stata trovata a fossa probabilmente scoperchiata
dall'erosione del mare".
E'
la sepoltura di un uomo, come indicano le ossa del bacino, oltre ai due pugnali
e la freccia di selce. La forma della tomba è ovaloide di circa 180 centimetri
di lunghezza e un metro di larghezza scavata nell'argilla.
Sulla datazione
avverte la sopraintendente: "Ad una prima analisi è riferibile
all'eneolitico, fase tra neolitico e bronzo, conosciuta anche come età del rame
- racconta Marina Sapelli Ragni - periodo attestato in Italia seppur con rari
esempi. Oggi i primi confronti sono con le tombe della necropoli del Gaudo a
Paestum".
Ma
il pensiero vola immediato a Oetzi, l'uomo di Similaun: "Sono
contemporanei, Oetzi è propriamente del neolitico, Nello dell'enelotico, ma gli
studi antropologici verificheranno più nel dettaglio la datazione",
avverte Sapelli Ragni. D'interesse, gli elementi del corredo, sei vasi in
ceramica disposti intorno al corpo, dove spicca il grande vaso a fiasco vicino
ai piedi. Proprio il vaso richiama le somiglianza con la cultura del Gaudo.
E
conferma che il Lazio fosse un punto d'incontro e di flussi migratori.
"Nettuno - dice Di Mario - è un territorio frequentato fin dal paleolitico
ma anche molto abitato nell'età del bronzo. Questo ritrovamento apre un
capitolo nuovo che aggiorna le carte archeologica del comune".
Lo
scheletro verrà trasferito nel laboratorio del Santuario di Ercole vincitore a
Tivoli per essere sottoposto a indagini antropologiche, insieme al corredo che
sarà restaurato.
E
per il futuro museale del guerriero "Nello", l'assessore alla Cultura
del Comune di Nettuno, Giampiero Pedace rivendica la pertinenza a Nettuno:
"Noi abbiamo il Forte Sangallo, struttura museale che già raccoglie
testimonianze antiche del territorio e sarebbe la cornice più idonea e
perfetta". Dopo l'importante scoperta, la sopraintendenza, d'accordo col
reparto dei carabinieri, sta setacciando l'area per verificare la presenza di
una necropoli.
Articolo di Di Laura Larcan di Repubblica.it 31 luglio
2009
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