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domenica 26 gennaio 2014

IL PONTINIANO

NEANDERTHAL GROTTA GUATTARI
Lungo la fascia costiera compresa fra il Tevere e Gaeta sono documentate delle industrie ricavate da piccoli ciottoli in selce di tecnica non Levallois riferibili al cosiddetto Pontiniano. Sono presenti in numerosi siti, sia all’aperto che in grotta: grotte di S. Agostino, dei Moscerini, di Tiberio presso Gaeta, di Guattari, del Fossellone, delle Capre, Breuil nel Circeo e nei siti all’aperto del Canale Mussolini e del Vallone Carnevale presso Nettuno.  

Pontiniano della Grotta Guattari
 
Il Pontianiano rientra nello Charentiano di tipo La Quina e la sua origine è probabilmente da ricercare nelle industrie rissiane del Lazio (Sedia del Diavolo, Monte delle Gioie) anch’esse ricavate da piccoli ciottoli di selce. E’ caratterizzato da una forte incidenza di raschiatoi (in particolare quelli semplici convessi) e da una minore presenza di punte, denticolati e degli strumenti tipo Paleolitico superiore. Frequente è il ritocco tipo La Quina (scaglioso imbricato invadente) e il ritocco “démi-Quina” (simile al precedente ma di più limitata estensione). E’ attestato a partire dall’interstadio Würm I-II e si prolunga per tutto il Würm II come si può dedurre dalla serie stratigrafica del Canale Mussolini.  
                                  
                                        
Pontiniano della costa di Anzio. 1: punta, 2,3,6: raschiatoi su calotta, 4: scheggia con
tallone a faccette, 5: nucleo

Nell’area più interna del Lazio (Grotta della Cava presso Sezze Romano, bacino di Sora, Cassino) è documentato un Musteriano con elementi Levallois.

VISTA POSTERIORE
VISTA ANTERIORE

VISTA ANTERIORE
VISTA POSTERIORE

Pontiniano  – Termine usato in paletnologia per indicare una cultura paleolitica di tipo musteriano particolarmente rappresentata nell’Agro Pontino, ma diffusa nelle fasi media e inferiore dell’ultimo periodo interglaciale lungo le zone litoranee dal promontorio di Piombino alla Campania e lungo le coste pugliesi, attribuita a una popolazione neandertaliana che viveva di raccolta e di caccia. Tipica l’utilizzazione di ciottoli da cui, con la prima percussione, si ricavavano calotte o spicchi che venivano trasformati poi con il ritocco in raschiatoi, detti appunto «a calotta» o «a spicchio» e successivamente in schegge per strumenti a punta; frequenti anche gli strumenti detti chopping tools , caratterizzati da un margine tagliente più o meno sinuoso.
   


 
 
Chopping tools

 

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