Ecco
il volto dell'Uomo di Altamura, vissuto nel Pleistocene Medio tra 172
e 130mila anni fa. Scoperto in Puglia oltre 20 anni fa, è ancora
incastrato nella roccia. Oggi è stata presentata al mondo la
ricostruzione a grandezza naturale dello scheletro della grotta di
Lamalunga, realizzata sulla base di una analisi rigorosamente
scientifica dai paleo-artisti olandesi Adrie e Alfons Kennis,
fratelli, fra i più qualificati al mondo in ricostruzioni
paleoantropologiche, nelle quali si combinano dati scientifici e
interpretazione artistica.
Lo
scheletro fossile dell'Uomo di Altamura venne scoperto nel 1993 da
alcuni speleologi altamurani e baresi all'interno del sistema carsico
di Lamalunga, nel territorio di Altamura, nell'Alta Murgia della
Puglia. Un primo e unico frammento dello scheletro, estratto
fisicamente nel 2009 da una scapola, ha consentito di raccogliere
dati sul Dna, quantificare alcuni aspetti sulla morfologia e
collocare cronologicamente l'Uomo di Altamura in un intervallo finale
del Pleistocene Medio compreso tra 172 e 130mila anni. Non a caso lo
scheletro presenta caratteristiche morfologiche e paleogenetiche che
lo identificano come appartenente alla specie Homo neanderthalensis
combinati con elementi di maggiore arcaicità.
E' un "antico"
Neanderthal, la specie umana estinta vissuta in tutta Europa tra
almeno 200mila e circa 40mila anni fa. Non c'è nulla di altrettanto
completo come l'Uomo di Altamura nella documentazione
paleoantropologica mondiale che precede la comparsa e la diffusione
della nostra specie e riportare lo scheletro in superficie consentirà
- assicurano gli esperti - analisi genomiche di grandissimo interesse
scientifico. L'intenzione è infatti quella di estrarre al più
presto fisicamente dalla grotta lo scheletro ancora intrappolato
nelle formazioni calcitiche che lo ricoprono, nelle profondità della
terra, sfidando percorsi sotterranei quasi inaccessibili.
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