CLICCARE SULLE IMMAGINI PER INGRANDIRLE

martedì 16 marzo 2021

Homo gautengensis

 


Homo gautengensis (Curnoe,2010) è una specie di ominide proposta dall'antropologo e biologo Darren Curnoe nel 2010, sulla base di fossili del Sudafrica in precedenza attribuiti a Homo habilis, Homo ergaster o in alcuni casi ad Australopithecus. Secondo Curnoe sarebbe la più antica specie appartenente al genere Homo.

In seguito a una approfondita analisi dell'orecchio interno, eseguita tramite tomografia computerizzata da Spoor, Wood e Zonneveld nel 1994, è stato scoperto che aveva una andatura meno adattata al bipedismo di Australopithecus Afarensis, pertanto molto simile al fossile OH 62. Questo dato ha reso l'identificazione dei reperti come Homo Ergaster e Homo Erectus non più attuale.

Scoperta ed analisi

Le analisi del maggio 2010 di un teschio parziale rinvenuto decenni prima a Sterkfontein, vicino a Johannesburg (Gauteng, Sudafrica) hanno permesso di identificare una nuova specie, definita Homo gautengensis all'antropologo Darren Curnoe della UNSW. I fossili più antichi appartenevano al genere Homo, ma nessuno di loro era mai stato classificato in qualche specie.

I primi resti di questa specie furono scoperti nel 1977, ma furono quasi completamente ignorati. Furono catalogati come StW 53, ed etichettati come anomali.

Geocronologia

L'identificazione dell'Homo gautengensis si basava su teschi parziali, numerose mandibole, denti ed altre ossa trovate in momenti diversi nelle grotte che compongono la Culla dell'umanità. I campioni più antichi sono quelli provenienti da Swartkrans Member 1, datati tra 1,9 e 1,8 milioni di anni fa. Il campione StW 53 proveniente da Sterkfontein ha tra gli 1,8 e gli 1,5 milioni di anni. Un campione proveniente dalla grotta Gondolin risale a circa 1,8 milioni di anni fa. Altri campioni di Sterkfontein Member 5 risalgono a 1,4/1,1 milioni di anni fa, ed i campioni più recenti di Swartkrans Member 3 sono di 1,0/0,6 milioni di anni fa.

Descrizione

Secondo Curnoe l'Homo gautengensis aveva grandi denti adatti per la masticazione di vegetali. Aveva "grandi denti" ed un "piccolo cervello", ed era "probabilmente uno specialista ecologico, consumando più vegetali rispetto all'Homo erectus, all'Homo sapiens, e probabilmente anche rispetto all'Homo habilis". Sembra che producesse ed utilizzasse arnesi in pietra e che fosse in grado di accendere fuochi, come sarebbe dimostrato dall'esistenza di ossa animali bruciate nei pressi dei resti di Homo gautengensis.

Curnoe crede che l'Homo gautengensis fosse alto poco più di un metro, e che pesasse circa 50 chilogrammi. Secondo Curnoe camminava su due piedi quando si trovava a terra, "ma probabilmente passava molto tempo sugli alberi, forse per mangiare, dormire e fuggire dai predatori". Questa tesi oggi è insostenibile, in quanto la conformazione dell'orecchio interno punta verso una andatura di tipo più quadrupede che bipede.

Secondo i ricercatori non sarebbe stato in grado di parlare. A causa della sua anatomia e dell'epoca geologica, gli studiosi pensano che fosse un parente stretto dell'Homo sapiens, ma non necessariamente un antenato diretto.

Implicazioni

All'inizio del 2010 fu annunciata la scoperta di una nuova specie primate fossile denominata Australopithecus sediba. Secondo Curnoe l'Australopithecus sediba sembra "molto più primitivo dell'Homo gautengensis, e visse nello stesso periodo e nello stesso luogo", per cui "l'Homo gautengensis rende ancora più improbabile il fatto che l'Australopithecus sediba fosse un antenato dell'uomo moderno".

Uno dei motivi per l'aumento improvviso delle scoperte di nuove specie di Homo è il miglioramento dei metodi di analisi, spesso basati su scoperte precedenti, lo studio del DNA, ed una migliore comprensione di dove si potrebbero trovare i resti umani.

Curnoe ipotizza invece che sia l'Australopithecus garhi, trovato in Etiopia e datato a 2,5 milioni di anni fa, il più probabile antenato non Homo dell'uomo moderno.

Ossa ancora più antiche di quelle dell'Homo gautengensis aspettano di essere studiate e classificate. Secondo Colin Groves, professore della School of Archaeology and Anthropology della Università Nazionale Australiana di Canberra, "sono esistite una serie di diverse, e forse con vita breve, specie di proto-umani sia in Africa orientale che meridionale nel periodo che va da 2 ad 1 milione di anni fa".


Nessun commento: